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I canali artificiali come infrastrutture verdi-blu

Grazie al progetto Life Green4Blue la Bonifica Renana - insieme all’Università di Bologna e a Legambiente ER - sta realizzando interventi per fare dei canali uno strumento strategico di supporto al ripristino della biodiversità e degli equilibri ecologici nella pianura padana. 

I cambiamenti climatici, le trasformazioni del territorio, l’uso intensivo delle acque e del suolo e il loro inquinamento, la diffusione di specie faunistiche aliene, sono tra le cause che hanno contribuito maggiormente alla degradazione degli habitat nella nostra pianura, riducendo il suo tasso di biodiversità. 

In questo contesto i canali artificiali contribuiscono in modo significativo alla conservazione della biodiversità vegetale, offrendo rifugio a molteplici specie e divenendo un importante elemento di supporto alla rete dei corridoi ecologici e di connessione diretta tra diverse aree naturali.

Nel comprensorio della Renana, in una porzione di pianura nella chiusura di bacino tra Bologna e Ferrara, si diramano 620 km di canali, inseriti in una delle aree più critiche dal punto di vista dell’antropizzazione e della sicurezza idraulica. Di questi 620 km, 60 sono stati inclusi dal 2019 nel progetto LIFE Green4Blue, che si propone di mitigare il cambiamento climatico attraverso il tema della rinaturalizzazione.

I canali, infatti, non sono solo un network attraverso il quale l’acqua si sposta, ma possono diventare degli importantissimi scrigni di biodiversità, assumendo ancora più valore quando si trovano in un contesto particolarmente segnato dall’impronta delle attività umane. 

Gli interventi previsti dal progetto riguardano il potenziamento della vegetazione spondale e acquatica autoctona, come ad esempio la ninfea bianca. Queste piante hanno la funzione di supportare l’ecosistema acquatico e contrastare l’insediamento di specie aliene, quali il gambero rosso della Louisiana e la nutria. 

Per contrastare queste ultime, si punta su tecniche sperimentali di riduzione della riproduzione e sulla predazione da parte di specie autoctone. Ad esempio, nel caso delle nutrie, il lupo, che negli ultimi anni è tornato a farsi vedere in pianura, o, nel caso del gambero, gli aironi. 

Un’altra importante novità riguarda le tecniche di sfalcio dei canali: si sta adottando un sistema di mantenimento della vegetazione, senza ovviamente dimenticare la sicurezza idraulica. Inoltre sono state create delle stepping stones, piccole aree umide lungo le sponde dei canali dove alcune specie possono trovare ricovero nello spostamento tra i siti della Rete Natura 2000. 

Tutte queste azioni, unite, puntano ad un potenziamento dei benefici ecosistemici dati dalla presenza di acqua nei canali artificiali e, più in generale, ad una maggiore vivibilità del territorio, a beneficio di tutti coloro che ci vivono. 

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